LA VIE EN ROSE
(Un primo abbozzo di progetto)
Un lavoro fotografico (che stamperò su tela o su carta, e affiancherò alla mia pittura ivi compresa la mia “scrittura”), che ha come soggetti “cacche”, si suppone prodotte da cani, e dimenticate dai padroni degli stessi su strade e marciapiedi, e “fiori”, che intervallo alle “cacche” in un percorso, una “strada odorosa”, un insieme biologico a cui lego un’ombra d’omaggio a Edith Piaff e Fabrizio De Andrè. L’omaggio è intenzionalmente opportunistico, adeguato ad un tentativo d’acquisizione di valore artistico più “alto” rispetto a quello che, di per sé, i soggetti “trattati”, soprattutto le cacche, ambirebbero. Ma vuol essere anche un “gioco” d’attinenze legate ai due artisti, ed un “gioco” che riguarda il senso sociale presente nelle persone che con questi due “elementi” (cacche e fiori) interagiscono, più o meno, manualmente.
“La vie en rose” è una via simbolica percorsa dall’essere umano nella sua vita terrena (forse ne esiste un’altra nell’Aldilà, ma io non lo so), ma vuol anche essere la denuncia di un atteggiamento sociale molto diffuso, che dello spazio pubblico si fa spregio. Ma al di là del contenuto etico e sociale, il progetto ha una sua valenza estetica che si può “gustare” solo se si riesce ad astrarsi dallo “schifo” che la visione d’una cacca di cane, ma non solo, può indurre in che osserva, sottolineando il fatto che il senso di “schifo” che proviamo viene da lontano, ma non da così lontano.
Considero questo lavoro un progetto a sé stante, ma potrei inserirlo, come sotto progetto, nella Via Oscura “Aspettando Dio”, affiancandolo o integrandolo agli altri percorsi che l’uomo compie da un Adamo all’altro. Funzionalmente alle due varianti, posso sviluppare il progetto in modo “semplice” intervallando nella stampa, della tela o della carta, “cacche” e “fiori”, ma posso svilupparlo anche in un modo più “articolato” intervallando alle “cacche” e ai “fiori” fotografie di vita quotidiana che contengano un senso “forte” riferito all’agire umano e, perché no, anche riferito a situazioni che si verificano più generalmente in “natura”. Con il termine “natura” intendo riferirmi all’esistente nel suo insieme cosmico. Penso anche che non sarebbero fuorvianti ed estranee alcune immagini fantastiche, che reputo a pieno titolo facenti parte della realtà. Un dubbio mi nasce nella considerazione tra il fantastico ed il surreale, ma sono considerazioni che mi porrò più avanti nella elaborazione del progetto. Accenno solo al fatto che mi pare che il “Fantastico” strutturi maggiormente la Realtà, mentre il “Surreale” tenda a destrutturarla.
Si può individuare in questo progetto, come ho accennato qualche riga più su, una contrapposizione tra il “Bene” ed il “Male”, individuando il primo nei “fiori” e il secondo nelle “cacche”. “Cacche” e “Fiori” diventano “simboli”, e sono resi tali da componenti psicologiche, spesso indotte socialmente (ecco qui il lontano non lontano) che influiscono anche sul nostro “gusto” visivo. Ma occorre considerare anche la possibilità che non sempre il “Male” sia rappresentato, in questo lavoro (soprattutto nella versione più ampia del progetto) dalla “cacca”, da ciò che ci fa “schifo”, e che il “Bene” sia sempre insito nei “fiori”, esteticamente apprezzabili. Pensiamo ad esempio ai “fiori” velenosi, alle piante carnivore! Ma, a ben pensare, anche in questo caso occorre ragionare su un fatto: questi “fiori” possono essere velenosi per l’uomo ma non per altri animali che da loro traggono nutrimento e che in alcuni casi, da questi “fiori” si possono estrarre “sostanze” che, a diversi dosaggi, possono curare l’uomo. Senza contare il fatto che la vita in sé è un “Bene” per i “fiori” stessi!
Ma è veramente un “Bene” la vita? Discorso, questo, che ci condurrebbe “fuori via”, troppo lontano!
Certamente, esagerando la sottolineatura del termine, il “Male” sta nell’atto di non raccogliere la “cacca” del cane evacuante su un terreno pubblico, da parte del suo “padrone”, “cacca” che tende ad appiccicarsi sotto le suole dei passanti che su di essa passano in modo a volte distratto.
Un’altra considerazione squisitamente “artistica” (al di là delle varie “merde” d’artista) mi viene alla mente: la “cacca”, pur essendo stata estrusa da un foro “formale”, anche se morbido, assume, caduta a terra, forme spesso “informali”, non controllabili a priori: si potrebbe dedurne una forma di Action Painting tendenzialmente più solida di quella precedentemente messa in atto.
______________________________________
Alcuni possibili sottotitoli de “La vie en rose”:
“Tutto passa e si trasforma, pure i cani ed i loro escrementi”
“Dimensione escremento”
“Ciò che rimarrà di noi sarà concime più o meno fertile, per la Terra. Finché la Terra esisterà, ovviamente. Dopo, chi può asserire qualcosa di sensato in merito a qualsiasi discorso e materia più o meno “formata” …?”
Gianni Maria Tessari
Nel 2022, ho deciso di inserire “La Vie en Rose” nel progetto “VIE OSCURE”, come sotto-progetto della Via “Aspettando Dio”.
Opere
“La vie en rose #1” – Stampa fotografica e intervento acrilico – cm.50×100 – 2022